La vita rock’n’ roll di Karin: “Così ho reagito al tumore al seno”

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“Ho sempre avuto un sogno: vivere di musica. Nel 2016 ci sono riuscita, ma continuo a sognare in grande”.

Karin Amadori, classe 1986, è una cantante, autrice e artista che, dopo tanti anni di studio, l’Accademia per la voce Voice University e un’Accademia per autori, ha conseguito la certificazione di docente di canto moderno e si è aggiudicata un contratto con l’etichetta discografica Warner Chappell Music, di cui è autrice in esclusiva dal 2019.
“Ho lasciato il lavoro sicuro nel 2015 lanciandomi nel vuoto per entrare totalmente nel mondo della musica. Ho scelto di affrontare la mia vita con coraggio e ciò mi sta pian piano ripagando”.

Il tuo motto? “Do it with passion or not at all”. Penso che la fatica, quando si lavora, ci sia sempre, ma se c’è la passione ci si gode
di più quello che si fa. Per raggiungere degli obiettivi ho messo tutta l’energia possibile, anche nelle situazioni in cui tutto sembrava andare in fumo.
La vita è imprevedibile e possono capitare a tutti cose più o meno belle, ma io ho sempre cercato di premere l’acceleratore verso
i miei sogni.
Foto in bianco e nero in prospettiva del corpo di Karin Amadori inserita all'interno dell'articolo La vita rock’n’ roll di Karin Amadori

“Ho sempre avuto un sogno: vivere di musica. Nel 2016 ci sono riuscita, ma continuo a sognare in grande”.

Karin Amadori, classe 1986, è una cantante, autrice e artista che, dopo tanti anni di studio, l’Accademia per la voce Voice University e un’Accademia per autori, ha conseguito la certificazione di docente di canto moderno e si è aggiudicata un contratto con l’etichetta discografica Warner Chappell Music, di cui è autrice in esclusiva dal 2019.
“Ho lasciato il lavoro sicuro nel 2015 lanciandomi nel vuoto per entrare totalmente nel mondo della musica. Ho scelto di affrontare la mia vita con coraggio e ciò mi sta pian piano ripagando”.

A 34 anni è arrivata la diagnosi di tumore al seno. Come hai scoperto che qualcosa non andava? Era il 27 luglio del 2020, lo ricordo come fosse oggi. Avevo compiuto 34 anni da un paio di mesi, era da poco scoppiato il Covid e, nonostante fossi nel pieno della mia carriera, stavo passando un periodo pesante a causa delle restrizioni che avevano colpito anche il mondo della musica. Ricordo che ho sentito casualmente una piccolissima pallina sul seno mentre ero sotto la doccia, grande meno di un centimetro. Ho subito voluto prenotare una visita per fare chiarezza, visto che lo screening per la mia età non era e non è previsto.
Mi sono informata e ho scelto di fare una mammografia, avevo un sesto senso. Ricordo che la dottoressa, mentre mi stavo per rivestire, mi disse: “Aspetta, ti porto dal radiologo a fare anche l’ecografia”. Lei cercava di rassicurarmi, ma poco dopo il radiologo mi comunicò che c’erano delle micro calcificazioni. La diagnosi era chiara: tumore al seno.

Foto in bianco e nero del viso di Karin Amadori inserita all'interno dell'articolo La vita rock’n’ roll di Karin Amadori
La tua reazione?
Ho avuto inizialmente tre reazioni differenti. Stavo per svenire, si era fermato il mondo non riuscivo a pensare al domani, provavo un senso di smarrimento totale, come se tutto si stesse disintegrando e non esistesse più nulla. La cosa peggiore era che non sapevo come si sarebbe evoluta la situazione e soprattutto non sapevo come dirlo a mia figlia di allora 10 anni.
 

Ma poi è venuta fuori la mia indole, mi sono detta: “Karin, non hai tempo di stare male!”, ho iniziato subito a reagire, ho fatto gli esami preparatori in 4 giorni e da lì ad un mese avevo già programmato l’operazione all’Istituto Europeo Oncologico di Milano. Non è stata una passeggiata, dopo l’operazione e la biopsia ho dovuto affrontare dei cicli di chemioterapie adiuvanti preventive. Ho perso peli, capelli, sopracciglia e dignità. Ma sono ancora qui, forse più forte e determinata di prima. E quando si dice che “la vita è una e bisogna godersela”, credeteci! È proprio così! 

Cosa consiglieresti alle donne che dovessero trovarsi nella stessa situazione?
Io entravo in ospedale sempre truccata, vestita bene e con la musica a palla nelle cuffie. Lo stato di serenità mentale penso che possa influire in maniera importante e ricordiamoci che, anche se il tumore al seno colpisce 1 donna su 8, nella maggior parte dei casi è curabile, se preso per tempo, la ricerca ha fatto e sta facendo passi da gigante. In quel periodo sono sempre rimasta attaccata a qualcosa che mi facesse stare bene, in primis la musica e mia figlia.
E a volte, un po’ di sano egoismo, quello che ci porta a concentrarci sul nostro piacere e sulle nostre passioni, è un grande aiuto e toccasana.

Intervistata: Karin Amadori, Autrice Warner Chappell, Cantante e Insegnante di Canto.

Maria Chiara Pellizzari

Laureata in Giurisprudenza all'Università Bocconi di Milano, giornalista, scrittrice e copywriter, è la Direttrice Responsabile del Magazine online WelfareCare.

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